lunedì 15 settembre 2014

Risotto alla milanese

Ben ritrovate mie affezionate mamme in padella!
Vi sono mancata almeno un po’? Voi si, moltissimo!
Indovinate dove mi trovo? Vi avevo già preannunciato che non mi sarei spostata di molto…Ebbene mie care amiche, oggi mi trovo nella grande e multietnica Milano (sapevate che vanta la maggior presenza di turisti in Italia?), capoluogo della Lombardia. Ad oggi è il principale mercato finanziario dello stivale, nonché capitale della moda e del disegno industriale e sede (alle sue porte) di uno dei poli della Fiera di Milano (eletto “maggiore polo fieristico d’Europa”).
Ad ospitarmi stavolta è la mia grande amica Laura, compagna di avventure in tante occasioni e momenti importanti della mia vita che, entusiasta del mio arrivo, mi ha subito portato in giro per la città! Ma tra passeggiate, foto ricordo, risate e ricordi…L’appetito è subito arrivato, così appena le ho chiesto cosa mi avrebbe fatto assaggiare di buono ma soprattutto di tradizionale, è bastato scambiarci uno sguardo e in coro abbiamo subito esclamato all’unisono: ”il risotto alla milanese!!!”.
Pertanto, oggi vi parlerò del più classico piatto della cucina lombarda, ma non per questo meno gustoso e ricco di storia: il riso allo zafferano.
Secondo la leggenda che mi ha raccontato Laura, tale pietanza è una delle poche che può vantare una data di nascita ben precisa: l’8 settembre 1574. Si narra, infatti, che tale data fosse quella delle nozze della figlia di un mastro vetraio belga, tale Valerio di Fiandra, che durante i festeggiamenti, sul tavolo da pranzo, si ritrovò servito un piatto di riso colorato con dello zafferano. Tutto ciò poteva essere l’opera, non si sa ancora se per scherzo o per altro, della squadra di vetrai belgi al seguito di mastro Valerio che, come noto, soleva aggiungere proprio dello zafferano ai vari colori usati per lavoro, per via dei particolari effetti cromatici che quest’ultimo permetteva di realizzare.
In ogni caso, il riso così preparato alle nozze piacque a tutti, sia per il bel colore giallo della pietanza, sia per il suo sapore, così particolare e deciso. Va inoltre detto che quella fu l’epoca in cui tale colore, in particolar modo il color oro, aveva un’importanza farmacologica, tanto che della polvere d’oro veniva spesso aggiunta ai cibi e ancora più spesso venivano utilizzati il tuorlo d’uovo, lo zafferano e particolari tecniche di panatura proprio per donare quel caldo colore giallo ai cibi.
Da quel momento in poi, quindi, un nuovo modo di preparare il riso si diffuse rapidamente in tutta la città. Non lo trovate anche voi un racconto affascinante, care amiche?
Come avrete intuito, quello di cui vi sto parlando oggi è un piatto antichissimo, di grande valore intrinseco e molto semplice da preparare. Ma passiamo ora agli ingredienti.

Ingredienti per 4 persone:
• 400 g di riso Carnaroli
• 1/2 cipolla bianca
• un bicchiere di vino bianco fermo
• 2 buste di zafferano
• olio extra vergine di oliva
• 240g di burro
• grana padano (grattugiato)
• circa 1lt e ½ di brodo (preferibilmente di carne)

La ricetta: le fasi.
Per prima cosa preparate del brodo. Laura mi spiegava che il segreto di un buon risotto è proprio il brodo che farà da base per la cottura che, pertanto, dev’essere ricco, dall’aroma intenso e sapore deciso. Quello più indicato è il brodo di carne, semplicissimo da preparare perché vi basterà far cuocere in abbondante acqua salata un bel pezzo di carne da bollito a cui, se possibile, lascerete l’osso (se presente) che darà ancora più sapore al brodo, senza dimenticare di aggiungere anche delle verdure miste, come patate, sedano, carote, cipolla e pomodoro. Potete inoltre diluire lo zafferano in polvere direttamente nel brodo (o posticiparne l’aggiunta quando tutto il brodo sarà stato aggiunto al riso in padella e dovrete solo completarne la cottura).
Appena il brodo sarà pronto, potrete procedere con la preparazione del risotto.
Innanzitutto fate soffriggere in una padella abbastanza capiente dell’olio, poco burro e la cipolla che avrete precedentemente tritato a piccoli pezzi. Quando la cipolla sarà ben dorata aggiungete il riso (qualità Carnaroli, perché ha i chicchi più grandi che tengono bene la cottura), fate amalgamare il tutto e sfumate con del vino bianco. Mi raccomando amiche: state bene attente a non fare attaccare il riso al fondo della padella in questa fase! A questo punto aggiungete il brodo (tenuto sempre caldo nella sua pentola) poco per volta, lasciano assorbire e mescolando di volta in volta con cura. Continuate la cottura per circa 15 minuti e, a fuoco spento, mantecate con del burro freddo (che darà al risotto la giusta cremosità) e grana padano grattugiato.
Laura mi suggeriva inoltre, di servire aggiungendo nel piatto del midollo o della gremolada (condimento che si compone di un trito di prezzemolo, aglio e scorza di limone grattugiata).
Anche questa volta vi consiglio di usare solo prodotti freschi e genuini. Io per questa ricetta ho comprato delle verdure e della carne fresca e poiché ci tengo particolarmente alla qualità dei miei ingredienti, mi son procurata il Riso Carnaroli Acquerello Rondolino, più ricco di proteine, minerali e vitamine rispetto agli altri risi bianchi, e lo zafferano Il Mercante di Spezie, per la sua inconfutabile qualità.
Mie care amiche e mamme in padella, sappiate che il detto “il riso fa buon sangue” non è solo un proverbio, ma un consiglio da seguire, in virtù delle tante qualità nutrizionali che tale alimento conferisce al nostro organismo contribuendo al nostro benessere. Quindi che state aspettando? Correte subito in cucina e mettetevi ai fornelli, forza!
Non mi resta che augurarvi buon pranzo e buona scorpacciata.
La vostra mamma Italia.


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